Un nuovo studio elaborato dal MECS – (Manufacturing Economic Studies) il centro studi di Acimac e Ucima, dal tema “Packaging e macchinari: sostenibilità e ingegno” mette al centro, fin dal titolo due aspetti che guidano negli ultimi anni il mondo dei macchinari di confezionamento nel nostro paese. Si tratta dell’attenzione alla sostenibilità e della capacità di innovare con ingegno, appunto. L’intera filiera del packaging sta ponendo un forte e concreto accento sulle tematiche ESG, dallo studio di nuovi materiali allo sviluppo di tecnologia sempre più efficiente, aspetto su cui entra in campo l’ingegno, che porta il machinery italiano a proporre al mercato le più avanzate tecnologie per efficienza, innovatività e propensione al green.
In un mercato mondiale delle macchine per il packaging che presenta un CAGR al +3,8% nel periodo 2022-2026 quando si prevede un valore totale pari a 59,104 miliardi di euro, l’Italia si posiziona oggi al primo posto tra i produttori, per un valore complessivo che raggiunge gli 8.5 miliardi di euro, pari al 16,8% del mercato globale, seguita da Germania con 7.3 miliardi e il 14,7% delle quote e gli USA con il 14,5% e 6,7 miliardi letteralmente tallonati dalla Cina che con i suoi 6,6 miliardi capaci di coprire il 13,6% del mercato globale.
Tra gli elementi di interesse dello studio spiccano alcuni dati del preconsuntivo 2023, che ha offerto un quadro della congiuntura per i produttori italiani di macchine per il packaging, capaci di segnare un nuovo record con un +6%, pari a un fatturato di 9.050 milioni di euro dei quali ben 7362 milioni legati all’export che sale del +12%.
Tra i settori clienti, con dati riferiti al 2023, spiccano il 56,7% del F&B e il 43,3% del non food, di cui 16,7% fa riferimento al farmaceutico e il 3,5 al chimico. Da ricordare, infine che il settore farmaceutico nel packaging machinery ha generato un fatturato da 1,4 miliardi nel solo 2022.
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